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SAVERIO ROMANO CALA IL POKER. IL SUO PROGRAMMA? QUALITÀ, TUTELA, PROMOZIONE, COMPETITIVITÀ E CERTEZZA. PRIMO “BANCO DI PROVA”, LA PAC 2014, DOVE DOVRÀ ESSERE DIFESO IL PRIMARIO ITALIANO. A BREVE, PROMETTE, GLI STATI GENERALI DELL’AGRICOLTURA

Non Solo Vino
Saverio Romano

Qualità, promozione, tutela, certezza, competitività: sono questi i temi fondamentali della nostra agricoltura, sui quali si è incentrato l’intervento del Ministro delle Politiche Agricole, Saverio Romano, nella XIII Commissione agricoltura sulle linee programmatiche del Ministero. Dettando quella che è un’agenda misteriale e - allo stesso tempo - il manifesto programmatico del neo-titolare di Via XX Settembre. Il primo punto elaborato da Romano, vista anche l’urgenza dettata dalla necessità di individuare una linea prima della scadenza, è quello sulla Politica agricola comune (Pac), in scadenza alla fine del 2013. Punto sul quale il Ministro è stato chiaro: niente riduzioni dei finanziamenti ai Paesi già membri (come l’Italia) per favorire i nuovi arrivati nell’Unione, perché non è ammissibile che, per sostenere realtà ancora svantaggiate, vengano tolte risorse a produzioni che si fondano sulla qualità, sulla tradizione, sulla tutela del lavoro e dei consumatori, sul rispetto delle regole. Per ottenere questo, però, è necessario ottenere che l’Ue non riduca l’ammontare globale della spesa agricola, obiettivo che - dice il Ministro - non sarà di facile conseguimento.

Oltre al tema fondamentale della Pac, Romano si concentra sul rapporto tra agricoltura e ambiente, sia nell’ottica di salvaguardia delle risorse agricole, che in quella di tutela ambientale e paesaggistica: un’agricoltura moderna, sostiene, deve farsi carico di queste esigenze e deve sostenere una politica di tutela dell’ecosistema e dell’ambiente, garantendo, allo stesso tempo, non solo la quantità, ma anche la qualità dei prodotti destinati all’alimentazione. Ma, oltre a questo, deve “tenere alto - dice Romano - il nome del comparto nazionale a livello mondiale in un contesto di valorizzazione e rafforzamento delle aziende agricole e di produzione ad alto contenuto qualitativo con una filiera sempre più corta”.

Un altra “bandiera” del Ministro è il proseguimento del percorso per l’introduzione, in Europa, della legge sull’etichettatura d’origine, che proprio oggi ha incassato il primo sì anche da Bruxelles. La legge è stata approvata dal Parlamento italiano nel febbraio 2011 e prevede che l’etichetta debba indicare altresì l’origine o provenienza della materia prima utilizzata per la produzione per il caso di prodotto trasformati. Ora, dice Romano, “stiamo provvedendo, insieme al Ministero dello sviluppo economico, a sentire le filiere interessate, prodotto per prodotto, per approvare in tempi brevi e ragionevoli i decreti attuativi previsti dalla legge quantomeno per quei prodotti trasformati e settori nei quali (i cosiddetti monoprodotti) sia chiara l’esistenza di una materia prima prevalente”; tuttavia, nonostante l’apertura Ue (sebbene con alcune differenze nella definizione ufficiale), l’iter per l’adozione comunitaria della normativa non è conclusa: di qui l’impegno del Ministero delle Politiche Agricole per la piena adozione europea del provvedimento. Perché l’etichetta “deve essere informativa - dice il Ministro - e non decettiva, deve avere i caratteri della leggibilità, chiarezza, esaustività”.

Ma la campagna per la tutela dei consumatori non finisce qui: altro punto cardine del programma è il sostegno alla vendita diretta e ai Farmer Markets, opzioni tese a garantire una maggior sicurezza agli acquirenti, che anziché relazionarsi con una confezione ed un’etichetta, possono avvantaggiarsi da un rapporto diretto - appunto - con il produttore, da un accorciamento della filiera e da una verifica diretta della qualità del prodotto.

Di qui alla difesa del made in Italy, il passo è breve. Ed infatti, altro fronte che, per il Ministro, esige il massimo impegno è quello della lotta alla contraffazione. Da attuare, per Romano, “attraverso il rafforzamento e la sinergia tra gli organismi a disposizione degli apparati. In particolar modo, integrando sempre più l’azione dell’Ispettorato centrale della tutela della qualità e repressione frodi dei prodotti agroalimentari, del Corpo Forestale dello Stato (che intendo sempre più come forza di polizia a tutela dell’agroalimentare e dell’ecosistema), dei Carabinieri delle Politiche Agricole, delle Capitanerie di Porto-Guardia Costiera e dell’Agea”. Ma agli interventi repressivi devono accomparsene altri, soprattutto di tipo informativo, per i consumatori: campagne istituzionali rivolte ai giovani ed alle scuole, ed un piano nazionale di comunicazione e promozione, curato dal Ministero, per tutti i prodotti a marchio Dop, Igp, Stg e bio.

Fondamentale, nel programma, è l’introduzione del bene della sicurezza alimentare nel codice penale. Non è una novità assoluta, dato che il bene giuridico “sicurezza alimentare” è previsto dal Regolamento Comunitario 178 del 2002, tuttavia l’Italia non lo aveva recepito appieno, decidendo di attuarlo solo tramite sanzioni amministrative. Ma Romano intende allineare l’Italia a Paesi come Germania ed Inghilterra, dove la norma Ue è stata recepita in modo integrale. “D’altronde - dice il Ministro - non ha senso che il reato di furto di mela con aggravanti sia sentito dalla società come fatto più grave di un attentato alla sicurezza alimentare, che è anche un attentato alla salute delle persone, oltre che alla fiducia che i cittadini ripongono nel sistema di produzione”.

La tutela della salute e dell’ambiente non può prescindere dallo sviluppo delle energie rinnovabili. Qui, l’attenzione non solo sarà puntata sul fotovoltaico, attraverso il disciplinamento della realizzazione di impianti in aree agricole, teso ad evitare speculazioni a danno della produzione e, al tempo stesso, a far sì che l’integrazione energetica diventi un valore aggiunto dell’agricoltura ed una fonte di reddito aggiuntivo per i produttori. Punterà, invece, anche su energie alternative diverse, in primis le biomasse, con impianti di biogas e biometano.

Più aperto, ma anche più preciso delle dichiarazioni precedenti, l’intervento sugli Ogm. Qui Romano, ribadisce la sua preferenza per prodotti non transgenici: non per vaghi timori o pregiudizi, ma perché un’agricoltura di qualità non è, ad oggi, compatibile con interventi di manipolazione genetica, che attengono invece alla grande industria agricola. Ma il Ministro non lancia campagne anti-Ogm, anzi: “la sperimentazione nel settore vada avanti - precisa - e ci offra termini di stimolo positivo al dibattito politico-culturale, perché, di sicuro, vogliamo difendere la nostra cultura e le nostre colture, ma non vogliamo frenare i fermenti positivi e fecondi del progresso”.

Se il tema della pesca (altro settore cardine, in un Paese con 8.500 chilometri di costa) è sostanzialmente demandato all’Unione Europea, che sul tema sta lavorando, non manca l’occasione di illustrare gli interventi in programma, come l’armonizzazione della normativa nazionale vigente, la messa a punto di disposizioni sul regime di licenza a punti e dei sistemi di tracciabilità dei prodotti della pesca e dell’acquacoltura o la creazione di un sito web nazionale per l’interscambio di dati ed informazioni con la Commissione europea e con gli Stati membri.

Non manca neanche, nell’agenda del Ministero, il tema dell’occupazione giovanile in agricoltura. Romano è preciso: “fin dal mio insediamento ho coltivato l’idea di assumere le iniziative normative e politiche per riportare i giovani alla terra in un contesto di redditività, di sostenibilità e di innovazione. Con il Ministro Tremonti abbiamo già avviato un confronto in modo da effettuare una ricognizione preventiva delle terre demaniali coltivabili che potrebbero esser affidate in gestione pluriennale ai giovani, anche costituiti in cooperative, per il loro sfruttamento e con le garanzie che una parte delle produzione sia acquistata dallo Stato. Naturalmente stiamo effettuando le necessarie verifiche ordinamentali per vedere come il federalismo regionale impartisce questa iniziativa”. A questo si aggiunge (e si lega) l’intervento al Sud, soprattutto con una programmazione economica nel Mezzogiorno, a partire da indispensabili interventi sulle infrastrutture idriche.

Tra i programmi del Ministro c’è anche quello - già più volte ventilato in passato ma mai attuato - della soppressione o dell’accorpamento di alcuni Enti vigilati dal Ministero (Agea, Agecontrol, Unire, Unirelab, Buonitalia e Isa), sulla base della loro effettiva necessità, del loro funzionamento e della loro capacità di raggiungere gli obiettivi, così da ottenerne una razionalizzazione e maggiore efficienza.

Ultimo, ma non ultimo, il problema delle risorse economiche. “Sono impegnato - dice Romano - nel recuperare almeno le risorse finanziarie destinate al settore agricolo, attraverso il reintegro dei Fondi per le aree sottoutilizzate (Fas) assegnati e che sono stati utilizzati per far fronte alle varie emergenze e calamità che hanno colpito l’Italia negli ultimi anni. Si tratta di 750 milioni di euro, che costituiscono la dote del nostro settore, per il recupero dei quali intendo profondere ogni sforzo”. E promuove, entro l’anno, gli Stati generali dell’Agricoltura, un momento di incontro, di confronto e di proposte, dove saranno chiamati a dare il loro contributo tutti gli attori e i soggetti del comparto.

Un programma definito, politicamente chiaro. Ma anche aperto alle proposte ed alle idee di chi - è il caso di dirlo - lavora sul campo.

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