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Germania: Mundus Vini 2015 Italia n. 1... Usa: vite, vino e fumo... Cina: Dynasty in crisi per false fatturazioni e vini scaduti... Cile: Accademia del vino per Cina e HK... Taipei: Penfolds ritappa vecchie annate Grange
di Andrea Gabbrielli

- Germania: a Mundus Vini 2015 Italia prima assoluta
Con un totale di 380 medaglie, le cantine italiane sono in netto vantaggio rispetto a Germania (365), Spagna (271), Portogallo (145) e Francia (123). Con 9 Gran Medaglie d’Oro il risultato è stato eccellente anche su questo fronte: un primato ottenuto in passato solo dai francesi. Inoltre, 171 vini italiani sono stati premiati con l’Oro e 200 con l’Argento. È il verdetto del XVII Premio Internazionale Mundus Vini, tenuto in settembre nella consueta sede di Neustadt an der Weinstraße, nella Renania-Palatinato.
La giuria internazionale, composta da 150 degustatori, ha conferito, in quattro giorni, 33 volte la Gran Medaglia d’Oro mentre 768 vini sono stati premiati con l’Oro e 858 con l’Argento. Alla degustazione estiva hanno partecipato poco più di 4300 vini, provenienti da 40 paesi. Oltre allo straordinario successo dell’Italia, dominatrice assoluta del medagliere, e ai Paesi già menzionati in precedenza, hanno vinto riconoscimenti anche Sud Africa (41), Cile (37), Australia (72), oltre a Russia (5), Turchia (8), Marocco (4) e la Thailandia (2).
Le Gran Medaglie d’Oro italiane
Nelle 9 Gran Medaglie d’Oro, grande performance del Sud Italia. I prestigiosi riconoscimenti sono distribuiti tra Abruzzo, Puglia, Piemonte e Sicilia. A partire dal Malverno Terre di Chieti Igt 2011 della Cantina Orsogna; Giordano Vini ha registrato un doppio successo con il vitigno Primitivo, ovvero una Gran Medaglia d’Oro per Massaro Primitivo Puglia Igt del 2013 - che ha ricevuto anche il premio speciale della giuria come miglior vino rosso italiano - e con Alberello Primitivo di Manduria Doc 2013. Premiato anche un terzo Primitivo, il Since 1913 Torrevento 2013. Nel gruppo di testa, il Piemonte è rappresentato due volte, e, in particolare, con il Barolo Docg Cannubi 2010 Franco Miroglio della Tenuta Carretta e con il Monvigliero Barolo Docg 2011 della Agricola Sordo Giovanni di Sordo Giorgio. La Sicilia può vantare tre premiati: Rosso Terre Siciliane Igp Selezione Fellini 2013 di Amanero; Costanza di Mineo Cor Leon Grillo Bio 2014 di Mediterranean Domains & Estates (Calatrasi); Don Mannarone Sicilia Igt 2013 Mannara.
I premi speciali
Su 50 premi speciali, 14 sono stati conferiti al vino italiano. Ad iniziare dal Massaro Primitivo Puglia Igt 2013 eletto come miglior vino rosso italiano mentre Il Costanza di Mineo Cor Leon Grillo Bio 2014 è risultato il miglior vino bianco italiano della degustazione. Miglior Barolo il Cannubi Docg 2010 Franco Miroglio della Tenuta Carretta; Miglior vino rosso siciliano il Selezione Fellini 2013 Amanero. E poi a seguire Amarone della Valpolicella 2009 Pietro Dal Cero (miglior Amarone); Brunello di Montalcino Trambusti 2009 dell’Azienda Trambusti (miglior Brunello); Lornano Chianti Classico Docg 2011, Fattoria Lornano (miglior Chianti Classico); Chianti Riserva Docg del 2012, La Torre (miglior Chianti), Vineyards V8+ Prosecco Extra Dry, Le Tenute di Genagricola (miglior Prosecco); Corte Ibla Grillo-Viognier Terre Siciliane Biologico Igp del 2014 (miglior vino bianco della Sicilia). Per la categoria del commercio alimentare al dettaglio tedesco (Lebensmitteleinzelhandels - Leh) hanno ricevuto il premio speciale della giuria: Segreto Rosso Salento Igp del 2013, Contri Spumanti (miglior vino rosso italiano nella categoria Leh); Mandrarossa Grillo Costadune Sicilia Doc del 2014, Settesoli (miglior vino bianco italiano nella categoria Leh), Le Tenute Boccio Lambrusco Grasparossa, Medici Ermete & Figli (medaglia Argento, miglior Lambrusco nella categoria Leh), Prosecco Brut Doc, presentato da Mack & Schühle, Owen (medaglia Argento, miglior Prosecco nella categoria Leh). Il premio di produttore 2015 oltreoceano viene assegnato all’australiana Casella Family Brands. Il produttore europeo 2015 viene dal Portogallo: Sogrape Vinhos ha ottenuto, in totale 1 Gran Medaglia d’Oro, 8 Oro e 7 Argento.

- Usa, la vite il vino e il fumo degli incendi
Gli incendi a Washington (in settembre) hanno spinto molti produttori a chiedersi se il fumo potesse avere qualche influenza sul sapore delle loro uve. Secondo James Harbertson, professore associato di enologia presso la Washington State University, i residui di fumo contengono alte concentrazioni di fenoli volatili che hanno aromi e sapori fumosi o chimici. Questo residuo può accumularsi nella buccia e nella polpa in forma glicosilata, cioè legato allo zucchero.
“È un processo simile a come i normale precursori di aroma vengono memorizzati nella uva”, spiega Harbertson “nel caso di vini contaminati dal fumo, i profumi e i sapori di affumicato vengono rilasciati lentamente con l’invecchiamento, a partire da quelli di fumo che poi eventualmente possono diventare preponderanti”. Sempre Harbertson osserva che nei vini invecchiati in legno, a volte l’aroma di affumicato si può sposare con il sapore del rovere e portare il vino ad una normale degustazione. “Ma con il passare del tempo, i sapori di fumo domineranno, lasciando i vini con aromi e retrogusti sgradevoli”. Inoltre, aggiunge, che, dal punto di vista organolettico, alcuni termini utilizzati per descrivere il sapore del vino contaminato dal fumo includono “note di medicinale, sporco, cassetto della cenere, farmaceutico, fuoco e bruciato, cioè non proprio i profumi e i sapori che i produttori sperano di ottenere”. “Se vini contaminati dal fumo vengono consumati in un tempo relativamente cioè un breve lasso di tempo, a seguito dell’imbottigliamento, i sapori, non avranno il tempo di diventare così caratterizzanti”.
Quanto alla situazione specifica di Washington, i coltivatori dovrebbero essere preoccupati? Harbertson dice che nessuno può essere sicuro se gli incendi causeranno un problema, oppure no. Non è ancora chiaro quanto le uve devono essere vicine agli incendi per essere contaminate. Tuttavia, nel 2012, gli incendi e il fumo sembrava che non avessero influenzato i vini. Per questo motivo, gli esperti sono ottimisti che gli incendi di quest’anno non avranno un impatto. Harbertson, però, sottolinea, che molti degli incendi del 2012 erano fuori di Stato, con il fumo alla deriva su Washington. “Quest’anno, gli incendi sono molto più vicini alle aree viticole e il rischio potrebbe essere maggiore”.
Come si fa a stabilire se l’uva è stata contaminata o no? I coltivatori che vogliono saperlo possono inviare la loro uva a laboratori esterni che sono in grado di verificarlo. Consigliamo vivamente i viticoltori di richiedere specifiche informazioni sulle forme glicosilate del fumo ai laboratori esterni”, aggiunge. “Se i laboratori non eseguono analisi sulle forme glicosilate, i campioni possono essere trattati chimicamente e inviati insieme ad un campione non trattato per il confronto”.
Fonte: www.growingproduce.com

- Cina, Dynasty in crisi per false fatturazioni e vini scaduti
Le false fatturazione e la vendita di vini deteriorati hanno portato la Dynasty Fine Wine Group, uno dei più importanti gruppi vinicoli cinesi, quotato alla Borsa di Hong Kong, alla sospensione delle azioni per iniziare un’indagine di due anni dopo che svariate irregolarità erano state segnalate al revisore dei conti della società, PwC. L’azienda è in volume la terza più grande del Paese ed è una joint venture tra il Governo della municipalità di Tianjin e il gruppo francese Remy Cointreau.
Anche se l’azienda ha nominato rapidamente un consulente legale, come Ernst & Young, per indagare sulle denunce, la situazione è piuttosto difficile. Le accuse si dividono in due categorie. Il personale della società, incluso quello di Shanghai, è accusato di avere organizzato una “combine” con i clienti per le vendite di fine anno. Inoltre di conquistare i bonus grazie all’emissione di fatture false e ad emettere delle finte ricevute dell’imposta sul valore aggiunto. I clienti che partecipavano all’imbroglio hanno pagato al personale Dynasty per del vino inesistente. In cambio, i clienti hanno ottenuto i loro soldi indietro con gli interessi dopo che il personale Dynasty aveva recuperato altri soldi con altre vendite. Inoltre, si afferma, che tutte le vendite di Dynasty, del valore di oltre 50 milioni di yuan, del quarto quadrimestre 2010-2011, erano falsate. Solo in un caso la truffa ammonterebbe a 430 milioni di yuan. Al momento non ci sono nomi di clienti anche se gli indizi includono una società quotata in terraferma mentre un’altra sarebbe un’impresa di proprietà statale.
Le vendite di vino di Dynasty, che, oltre i propri vini, distribuisce anche delle etichette straniere, negli ultimi anni, sono crollate dopo il giro di vite del Governo Centrale sugli stravaganti banchetti governativi e sui regali ai funzionari che hanno colpito duramente il mercato dei vino di fascia alta. Il 90% dei clienti Dynasty ha ridotto l’acquisto dei marchi premium costringendo l’azienda a concentrarsi sui vini meno costosi, dedicati al mercato di massa, aveva dichiarato Rex Yeung, controllore finanziario di Dynasty, al South China Morning Post nel giugno 2015. L’azienda aveva rilasciato una serie di profit warning (annunci di una società quotata in Borsa con i quali si comunica che i suoi profitti saranno inferiori rispetto alle attese degli analisti, ndr.) e non ha pubblicato i bilanci del 2012, 2013, 2014. Dynasty dice che sta ancora cercando di verificare determinate operazioni relative alle accuse che gli sono state mosse e ha denunciato ritardi “per l’elevato turnover del personale dirigente e la perdita di informazioni grezze”. Nel 2011 la società ha registrato un fatturato di HK$1.4 miliardi, con il 28,9 % delle vendite derivanti da 5 clienti.
Secondo le notizie, Remy Cointreau detiene ancora una quota del 27 %. Per i clienti Dynasty, l’accusa più dannosa può essere quella relativa al tentativo di vendere 500 milioni di yuan di vini scaduti che erano stati “soggetti ad elevata temperatura e all’umidità di due stagioni delle piogge” nei magazzini di stoccaggio delle province di Jiangsu e Fujian. Nel 2010 2,3 milioni di casse di vino erano state restituite a Dynasty dai clienti “a causa di problemi di qualità del prodotto”. Dynasty non è sicura su dove sia andato a finire questa massa di prodotto, ha solo annunciato che era stato “trasferito”. Nel maggio 2015, una “agenzia governativa” ha rimosso “documenti e file elettronici” dagli uffici di Dynasty. Non sono stati effettuati arresti e l’inchiesta dell’“agenzia governativa” si è concluso. I documenti e i file sono stati restituiti.
Fonte: www.scmp.com

- Cile, un’accademia del vino per Cina e Hong Kong
L’Accademia offrirà corsi strutturati per i professionisti e per gli appassionati del vino, sulla storia, le regioni vinicole, i vitigni e gli stili del vino cileno. In questo modo Wines of Chile spera di sfruttare il potenziale di mercato in Asia e in particolare in Cina. “Il Cile ha forti relazioni con la Cina. È stato il primo Paese sudamericano che ha stabilito relazioni diplomatiche con il Paese e quest’anno si celebreranno i 10 anni dalla firma di un accordo di libero scambio”, ha dichiarato César Suarez, Commissario per il Commercio di ProChile. “Dal 2010 la crescita media delle esportazioni di vino cileno in Cina è stata del 37 % in termini di volume e del 41 % in valore”.
L’intero programma dell’Accademia è stato sviluppato da Wines of Chile (WoC) e da Wine Service & Education Centre (Awsec) e comprende tre livelli di certificazione:
1. Ambassador, un corso di 3 ore che viene insegnato in inglese e offre 6 vini per la degustazione oltre ad una breve panoramica sul territorio vitivinicolo cileno;
2. Specialist, un corso di 6 ore che offre 12 vini e uno sguardo in profondità su diverse regioni e sub regioni vinicole del Cile, con i trends della viticoltura e della vinificazione.
3. Master, un viaggio di 5-10 giorni in Cile con la visita di 10 cantine insieme ad un wine educator WoC. I corsi di livello Ambassador inizieranno a Hong Kong, a partire da settembre, al prezzo di HK $ 480 / RMB 480”.
Fonte: www.drinkbusiness.com

- Taipei: Penfolds ritappa le vecchie annate di Grange
Per la prima volta dopo 171 anni di storia, Peter Gago, capo winemaker di Penfolds, ha messo in funzione la “Clinica Penfolds Ri-tappatura” per i collezionisti di Taipei. Il team aziendale ha ispezionato i vini rossi Penfolds di età tra i 15 anni e oltre, nel luglio 2015. Tra le bottiglie, molte annate di Grange che risalgono a più di 40 anni fa, nonché collezioni di Bin 707 Cabernet Sauvignon, St. Henri Shiraz, e Special Bin Block 42 e vini Kalimna Cabernet Sauvignon, raccolti a Taiwan da tutto il mondo. I vini sono stati accuratamente valutati, riportati a livello e ri-incapsulati per continuare l’invecchiamento.
I collezionisti di Taiwan hanno ricevuto delle raccomandazioni per un invecchiamento su misura e per garantire la massima cura e la manutenzione del vino, nel clima subtropicale umido di Taiwan. Più che un check-up per il vino, l’appuntamento con la clinica offre un’opportunità unica per incontrare produttori di vino Penfolds per raccontare la storia del vino, avere consigli sull’invecchiamento e avere notizie sulle finestre di potabilità.
Dal 1991, oltre 120.000 bottiglie sono stati valutate e nuovamente ritappate nelle cliniche di tutto il mondo. A Taipei, inoltre, erano presenti anche Christie’s e gli esperti di vino delle principali case d’aste, con le stime del valore delle pregiate collezioni di vino Penfolds e gli investimenti nel mercato secondario.
Fonte: www.penfolds.com e www.drinkbusiness.com

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