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Australia: cresce ancora il Pinot Grigio ... New Zealand: impiego dei falchi per protezioni vigneti ... Francia: il vino è una cosa per vecchi ... Usa: anno molto buono per il vino ... Cile: Cono Sur e primato del Pinot Noir
di Andrea Gabbrielli

Australia, cresce ancora il Pinot Grigio
In Australia, nell’arco di soli 7 anni, il Pinot Grigio è passato da poco più di 2.000 tonnellate vinificate alle 57.000 del 2012. I dati, comunicati dalla Winemakers’ Federation of Australia, evidenziano che il Pinot Gris/Pinot Grigio è diventato il sesto vitigno in ordine di importanza dopo Chardonnay, Sauvignon Blanc, Semillon, Muscat Gordo Blanco, Colombard, superando dal 2009 anche il Riesling. Per fare il punto su questa crescita il Wine & Viticulture Journal ha proposto una degustazione dedicata in modo specifico ai vini australiani ottenuti da questo vitigno. L’assaggio è stato presentato da Nick Bulleid, consulente enologo, che ha descritto così la performance del Pinot Gris/Pinot Grigio australiano “ in qualunque modo i vini siano stati etichettati l’impostazione stilistica ricade tra l’Alsazia e l’Italia. Nessuno ha mostrato la corposa consistenza oleosa dell’Alsazia (ed è un peccato) e nessuno sembra aver mirato alla leggerezza dello stile italiano (e probabilmente è un bene). Tuttavia, esiste un mercato per un gusto fruttato più neutro come la popolarità dei generici “Chablis” degli anni Ottanta, dimostra. I produttori farebbero meglio a puntare su un coinvolgimento maggiore dei consumatori e anche a dei prezzi più alti”.

Nuova Zelanda, l’impiego dei falchi per la protezioni dei vigneti
Sara Kross, una ricercatrice in zoologia all’Università di Canterbury, ha scritto una tesi per il dottorato in cui si evidenzia che l’impiego dei falchi nei vigneti consente di diminuire notevolmente i danno provocati dagli uccelli nei vigneti. Lei stessa è un amministratore della Falcon Marlborough Conservation Trust, fondata nel 2008, nato per diffondere i vantaggi dell’introduzione dei rapaci nell’ambiente. Secondo la ricerca, un falco nel vigneto potrebbe ridurre i danni causati dagli uccelli del 95% e dei silvereyes (una sorta di passero) del 55%. In termini economici, il risparmio sarebbe di una media di $ 285 per ettaro per le uve Sauvignon Blanc e di $ 398 per il pinot nero. La tesi è stata pubblicata dalla rivista internazionale “Conservation Biology”.

Francia, il vino è una cosa per vecchi
In fiera, a Vinitech, il servizio studi economici di FranceAgriMer, ha presentato uno studio quinquennale sull’evoluzione del consumo di vino in Francia. Nel 2010, il consumo di vino nel Paese è ammontato a 46,6 litri procapite (erano 104 del 1975). Questo livello pone la Francia come il più grande consumatore di vino procapite in Europa, seguito dal Portogallo (41,5) Italia (40,3) e Spagna (23,4 ). Inoltre, una ricerca della Gfk - Isl, i consumatori marginali di vino (una-due volte alla settimana) attualmente rappresentano il 45% delle 4004 persone da 15 anni in su intervistate nelle loro case. Nel 1980, i consumatori occasionali rappresentavano il 30% mentre i consumatori regolari (cioè che consumavano quasi quotidianamente) dominavano con il 51%. Nel 2010 i consumatori regolari sono oltre il 17% degli intervistati. Questa percentuale è diminuita sul 2005 (21%), a beneficio dell’occasionale (41%). La quota dei non consumatori è rimasto stabile al 38% nel 2010. Va notato che tra quelli che si definiscono “non consumatori di vino”, un quarto lo consuma in occasioni speciali e un quinto consuma solo i vini spumanti. Lo studio FranceAgriMer esamina anche la distribuzione per età dei consumatori. Nel 1980, il 70% dei consumatori erano nel range 20-24 anni, nel 2010 partire dai 50 anni. Dal 1985, il vino è la terza bevanda consumata durante i pasti (dopo l’acqua del rubinetto e l’acqua in bottiglia). Nel 2010, il 24% degli intervistati ha consumato vino nei pasti mentre nel 1980 erano il 50%. Allo stesso tempo è aumentato il consumo di bevande senza alcol: 15% nel 2010 sul 5% nel 1980.

Usa, un anno molto buono per il vino
Nel 2011, l’industria vinicola americana ha raggiunto i 329,2 milioni di casse (da 9 litri) e il vino rappresenta il 10,5% del totale delle bevande alcoliche sul 10 % nel 2010, nonostante il difficile contesto economico. Il vino da tavola rappresenta il 92% del volume totale di vino e l’89% delle vendite al dettaglio. Sia i volumi del vino da tavola che del vino spumante sono cresciuti, mentre i vermouth e il vino fortificato sono calati. I dati fanno parte del 2012 Technomic’s WineTab (Trends in Adult Beverage). Tra le importazioni, l’Italia è cresciuta sino alla quota del 33,2% delle importazioni, superando l’Australia, e diventando il più grande esportatore di vino da tavola negli Stati Uniti. Aumentata anche la quota di spumanti italiani, mentre a parte alcune marche lo Champagne è leggermente diminuito. Sul fronte varietale, lo Chardonnay rimane il più importante vino da tavola varietale in generale e il principale vino bianco con al secondo posto in classifica lo Zinfandel. Cabernet Sauvignon e Merlot rimangono i principali varietali di vino rosso da tavola. Ha guadagnato quote il Moscato, soprattutto tra i consumatori più giovani ma anche per effetto di nuovi prodotti e perché è entrato a far parte dei portafogli esistenti. Il volume del vino è cresciuto 1,8% on-premise, mentre le vendite al dettaglio sono cresciute del 2,8%. Il canale on-premise rappresenta complessivamente il 20,4% del volume totale. E & J Gallo rimane saldamente al primo posto - rappresenta quasi un quarto del volume totale del mercato - seguito The Wine Group, Constellation, Trinchero Family Estates e Treasury Wine Estates. Nel 2011 la classifica dei principali fornitori di vino è così composta: E & J Gallo (24,0%), The Wine Group (15,4%), Constellation (11,9%), Trinchero Family Estates (4,6%), Treasury Wine Estates (3,9%), tutti gli altri ( 40,2%). Tra i brand più importanti, Franzia Winetaps, box wine dotato di rubinetto, che ha mantenuto il primo posto con 25 milioni di casse da nove litri. (Il marchio nel 2011 ha registrato un aumento di volume del 5,3%). Al secondo posto, Barefoot Cellars con una crescita dei profitti del 30% nel 2011. Cinque dei primi 10 marchi di vino fanno parte del portafoglio della E & J Gallo Winery.

Cile, la Cono Sur e il primato del Pinot nero
La Cono Sur Vineyards & Winery, l’azienda cilena nata nel 1993 e controllata dalla Concha y Toro Winery, dopo lo scarso raccolto in Nuova Zelanda e Borgogna, aspira a diventare il più grande produttore del mondo di Pinot Nero. Infatti, la vendemmia neozelandese, dopo una delle peggiori estati dell’ultimo decennio, lamenta una riduzione del 18% mentre il calo in Borgogna - in particolare, nella Côte d’Or, che ha patito gelo, grandine, attacchi di muffe e scarsa fioritura - è del 26%. Il calo delle quantità insieme al conseguente aumento dei prezzi e a fronte di basse giacenze, potrebbe favorire l’azienda cilena che vanta un’estensione di vigneti dedicati al Pinot nero pari a 292 ettari rispetto ai 58 della neozelandese Brancott Estate. L’azienda cilena è la numero uno del Pinot Noir nell’off-trade del Regno Unito, con un venduto di 34.306 casse da 9 litri rispetto al rivale, Brancott Estate, che ha venduto 33.463 casse. Nel 2012, la Cono Sur ha esportato 51.611 casse di Pinot Nero nel Regno Unito, che è il suo mercato di esportazione più importante, seguito dagli Stati Uniti, Canada, Giappone e Finlandia. La Cono Sur vinifica Pinot Noir secondo il metodo tradizionale della Borgogna. Ha otto diverse versioni di Pinot Nero nel proprio portafoglio, compresa la gamma entry-level Bicicleta, Reservas, Organics, frizzante, un ultra-premium denominato 20 Barrels e l’icon wine Ocio. Il progetto Pinot nero, iniziato nel 1999, è il biglietto da visita dell’azienda. Prevede sperimentazione e innovazione con nuovi cloni, nuove tecniche di vinificazione e da regioni diverse.

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