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Austria: vendemmia scarsa ... Spagna: più estirpazioni ... Australia: Clarendon è in vendita ... Uk: consumatori e conoscenza del vino ... Champagne: miliardario russo acquista 2,5 ettari ... Sud Africa: vendemmia ricca
di Andrea Gabbrielli

- Austria, vendemmia scarsa
La vendemmia 2010 in Austria registra un calo del 30% sulla media degli anni passati. Nel paese si produrranno circa 1,76 milioni di ettolitri di vino dei quali 1,03 saranno appannaggio della Bassa Austria, 0,55 milioni del Burgenland, 0,17 milioni della Stiria e 14.000 ettolitri della regione di Vienna. Nel 2009, il raccolto era stato di 2,35 milioni di ettolitri. La diminuzione si è registrata sia nel vino bianco (da 1,43 milioni di ettolitri a 1,1 milioni nel 2010) che nel rosso e rosé (da 0,91 milioni di ettolitri a 0,66 milioni).
A creare maggiori problemi è soprattutto l’indisponibilità di vino bianco considerando che le scorte di prodotto non sono più disponibili sin dal 2009 perché la vendemmia era stata inferiore alle aspettative. Le cause principali del calo nel 2010 sono da attribuire alle condizioni climatiche avverse in concomitanza al periodo della fioritura, con la conseguente diminuzione del quantitativo prodotto. La scarsità di vino significherà un volume delle esportazioni inferiore a quello degli anni passati e un aumento del prezzo medio.

- Spagna, crescono le estirpazioni dei vigneti
Nelle due ultime annate viticole, in Spagna, sono stati espiantati 68.550 ettari di vigneto pari al 6,1% della superficie coltivata ad agosto 2008 quando l’Unione Europea, con piani triennali, ha iniziato a finanziare le campagne di espianto. Tranne l’Andalusia, le estirpazioni hanno riguardato tutte le regioni spagnole, particolarmente incisive nella campagna 2008-2009.
Castilla-La Mancha è l’area con la maggior superficie di espianti: 31.000 ettari nel 2008-2009 e 18.344 ettari nel 2009-2010, per un totale di quasi 50.000 ettari. Si prevede che anche nel 2010-2011 tra i 15.000 e i 20.000 ettari verranno eliminati portando il totale complessivo a più di 85.000 ettari sradicati con una diminuzione sensibile del potenziale produttivo del paese iberico.

- Australia, Clarendon Vineyard è in vendita
Clarendon Vineyard, una delle più note e prestigiose winery della McLaren Vale (South Australia), è stata messa in vendita dalla famiglia, dopo la scomparsa del suo fondatore e proprietario, il magnate dell’edilizia Alan Hickinbotham.
L’azienda dispone di 184 ettari di vigneto, una cantina di vinificazione, “The White House”, un edificio in stile château francese su progetto dell’architetto Robert Cheesman oltre alla Earth Shelter House disegnata dall’architetto tedesco Gerhard Schurer e altre costruzioni. Clarendon Vineyard oltre ad essere molto apprezzata per i suoi vini, ha fornito le uve per produrre vini prestigiosi quali il Penfolds Grange e Hardy’s Eileen Hardy.
Il prezzo richiesto è 10 milioni di dollari australiani (€ 7 milioni). All’inizio di questo mese, la famiglia aveva già venduto lo storico vigneto Paringa, nella regione Riverland, per 8 milioni di dollari australiani (€ 5,6 milioni).

- Regno Unito, i consumatori e la conoscenza del vino
Uno degli stereotipi, a proposito della conoscenza del vino, vuole che i consumatori britannici ne sappiano qualcosa di più rispetto agli omologhi europei. In realtà, secondo un’inchiesta del quotidiano “The Daily Telegraph”, le lacune del consumatore “medio” sarebbero pari a quelle di qualsiasi altro consumatore continentale. Per “medio” ovviamente non si intende l’abbonato a “Decanter” o a qualsiasi altra rivista specializzata, bensì chi acquista il vino al supermercato.
Secondo l’indagine condotta dal giornale tra i consumatori di vino della catena di supermercati Morrisons, per esempio, più di un inglese su due è convinto che Chablis sia un vitigno e tra questi il 43% ritiene che lo Chardonnay sia una regione della Francia. I clienti del supermercato inoltre hanno anche rivelato che il motivo principale della loro scelta di acquisto del vino è il prezzo e quindi non la qualità o l’immagine. Un terzo dei clienti poi, ha dichiarato che l’abbinamento vino/cibo non è affatto importante.
La catena Morrisons, traendo delle conclusioni operative dall’inchiesta, ha deciso l’immediata assunzione di consulenti per la vendita in grado di informare i clienti tutti gli argomenti, dalla qualità alla zona d’origine del vino sino agli abbinamenti. Insomma di comunicare per evitare di rimanere invischiati solo su una concorrenza basata sul prezzo che alla fine risulta sempre perdente.
Ma se l’inchiesta si fosse svolta da noi, nelle medesime condizioni, i risultati sarebbero stati così tanto diversi?

- Champagne, miliardario russo acquista 2,5 ettari nella Côte des Blancs
Boris Titov, facoltoso uomo d’affari e proprietario di una delle più antiche aziende vinicole russe, ha acquistato dal gruppo Lvmh, lo Château d’Avize (Marna) e i suoi 2,5 ettari di vigneti nella prestigiosa “Côte des Blancs”. Il nuovo proprietario (Svl Group) prevede di produrre inizialmente 20.000 bottiglie di Champagne di alta gamma e di sviluppare il turismo del vino, trasformando lo château in un hotel di lusso. L’obiettivo a medio termine, però, è di incrementare l’acquisto di uve per aumentare la produzione sino a 500.000 bottiglie l’anno.
Titov, nel suo paese, gestisce 750 ettari di vigneto nella zona di Abrau-Durso sulle rive del Mar Nero e produce principalmente spumanti, venduti sul mercato interno, di cui gran parte è frutto di vino importato dal Sud Africa. E’ la prima acquisizione di un russo nei vigneti della Champagne.

- Sud Africa, vendemmia in crescita
Secondo i primi dati, il raccolto 2011 in Sud Africa sarebbe maggiore di quello del 2010 in quasi tutte le aree viticole del paese, ad eccezione di Orange River. Le stime indicano, infatti, la vendemmia in 1,352 milioni di tonnellate, con una crescita del 7,3% rispetto al 2010, seppur inferiore rispetto al raccolto record del 2008 (1,426 milioni di tonnellate). In volume, il raccolto sarebbe di 10,430 milioni di ettolitri, compresa la produzione di vini, succhi d’uva, concentrati e alcol. In tutte le regioni vinicole, l’aumento dovrebbe essere compreso tra il 4 e il 18% in più.
Nell’area di Orange River, invece, il volume previsto è inferiore del 9%. La vendemmia 2011 gode di un andamento climatico favorevole con un autunno mite e un inverno freddo. I venti molto forti che avevano causato pesanti perdite di produzione nel 2009, non hanno questa volta provocato danni. Negli ultimi 12 mesi, terminato il 31 ottobre 2010, le vendite di vino sul mercato interno sono in lieve aumento in volume (+1,6%), mentre l’export lamenta un calo del 3,3%. Le giacenze al 31 dicembre 2011 sarebbero in aumento su dicembre 2010, da 3,5 a 3,9 milioni di ettolitri.

Andrea Gabbrielli

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