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Nuova Zelanda: 6,5 milioni di euro per il Sauvignon Blanc … Usa: cresce il consumo di vino … Argentina, il gay wine-tour … Cina, quanto conta il vino australiano … Cina: la Francia vuole aprire un centro culturale del vino
di Andrea Gabbrielli

- Nuova Zelanda, oltre 6,5 milioni di euro per migliorare il Sauvignon blanc
Il Governo della Nuova Zelanda ha deciso di investire l’equivalente di 6,7 milioni di euro per creare dei nuovi stili di vinificazione del Sauvignon blanc. L’obiettivo è di esaltare sapori e aromi dell’uva per incrementare le esportazioni e consolidare la leadership del sauvignon blanc neozelandese. Questo vitigno rappresenta, infatti, l’80% delle esportazioni di vino del paese. “L’idea è di sviluppare nuovi stili per il Sauvignon in modo stimolare sempre più la domand”, ha dichiarato Roger Harker, responsabile del programma. La ricerca sarà svolta dal Plant & Food Research che lavorerà in stretta collaborazione con le Università di Auckland e di Lincoln, con particolare attenzione allo studio delle interazioni tra vitigno, territorio e i processi di vinificazione. L’obiettivo è anche quello di fornire ai produttori degli strumenti per la gestione delle pratiche colturali ai fini del miglioramento sensoriale del vino anche in funzione dei diversi mercati. In particolari i ricercatori dovranno rispondere al seguente quesito “Ci sono degli aromi che possono essere più attraenti per il palato cinese o asiatico ?”. La risposta è annunciata nei prossimi anni.

- Usa, cresce ancora il consumo di vino
Nonostante la recessione, negli Stati Uniti i consumi di vino continuano a crescere. Secondo il Wine Handbook 2010, pubblicato da “The Information Beverage Group”, per il 16° anno consecutivo, l’industria del vino presenta risultati positivi. Nel 2009, infatti, il consumo di vino ha segnato +0,8% arrivando a 297 milioni di casse da 12 bottiglie. I beneficiari principali della crescita sono stati i vini di casa (+1,8%), mentre quelli importati hanno subito un calo del 2,2%. Tuttavia alcuni i paesi tra cui Cile, Nuova Zelanda e Portogallo, hanno registrato degli incrementi. “The Information Beverage Group” stima che, nel 2014, le vendite raggiungeranno i 310 milioni di casse. I consumatori, però, staranno sempre più attenti agli acquisti, scegliendo vini più economici e ricercando affari on line. In particolare, i consumatori definiti “Millenials”, cioè compresi tra i 21 e i 33 anni, secondo il “Wine Handbook”, si dimostreranno come i più disponibili a sperimentare nuovi vini e saranno sempre più propensi ad utilizzare i mezzi elettronici per trovare le offerte migliori.

- Argentina, il gay wine-tour
Si chiama Buenos Aires Tango, Wine & Tour Gay, il viaggio organizzato dall’agenzia specializzata Duques del Plata nella capitale argentina. Si tratta di percorso, per un massimo di 30 partecipanti, in programma ogni sabato, con partenza dopo mezzogiorno, che permette di conoscere non solo i luoghi più importanti della storia del tango a Buenos Aires ma anche di assaggiare i più importanti vini del Paese. Il tour storico, infatti, attraversa il quartiere di Abasto, Corrientes Avenue, Plaza de Mayo e il quartiere di San Telmo, uno dei luoghi mitici della città. Il pacchetto comprende anche un’ora di lezione personalizzata con gli insegnanti dell’Accademia di Tango Querandí. La degustazione, invece, comprende la presentazione dei principali vitigni allevati nelle principali regioni vinicole del paese in abbinamento ai più caratteristici prodotti tipici del paese. Per cui in rappresentanza del Nord-Ovest dell'Argentina, Empanadas e il vino Torrontes Salta, per la Patagonia Merlot con funghi Crostín e ancora per Cuyo, Malbec e Spiedini di manzo. Il tour si svolge in inglese e spagnolo. Recentemente in Argentina, unico paese del Sud America, è stata approvata una legge che permette il matrimonio gay. Ora in previsione di un aumento del turismo LGBT (lesbiche, gay, bisessuali, transessuali), le agenzie di viaggio si organizzano di conseguenza.

- Cina, quanto conta il vino australiano
Secondo i dati forniti dall’Australian Wine and Brandy Corporation, il totale delle esportazioni di vino australiano in Cina sono cresciute del 37% all’anno dal 1999-2000 al 2004-05, mentre sono aumentate ad un tasso dell’84% all’anno, dal 2004-05 al 2009-10. Tra le principali aree vinicole esportatrici, Barossa Valley e McLaren Vale, sono in testa. Tra i vitigni, lo Shiraz fa la parte del leone, seguito da Cabernet Sauvignon e Merlot. Secondo una recente indagine di mercato, effettuata da Wine Intelligence, il 53% dei cinesi di classe media conosce il vino australiano. Nel 2025, inoltre, la classe medio-alta cinese dovrebbe contare 80 milioni di persone con un potenziale di consumatori di vino compresi tra i 40 e i 60 milioni. Wine Intelligence stima che il mercato dei vini importati in Cina potrebbe crescere tra 70 e 80 milioni di casse, entro il 2025. Nel 2009, i primi cinque fornitori di vino imbottigliato in Cina sono stati Francia (42%), Australia (20%), Stati Uniti (7%), Italia (7%) e il Cile (7%).

Cina, la Francia vuole aprire un centro culturale del vino
In una visita di una delegazione di investitori cinesi nel bordolese, il ministro Patrick Devedjian ha confermato la volontà di Francia e di Cina di creare a Pechino un centro culturale dedicato interamente al vino. L’obiettivo è migliorare la conoscenza del vino francese nei consumatori cinesi. Una necessità sempre più impellente a quanto pare. Lo scrittore cinese francofono Ding Ya, presidente dell’Agenzia per lo sviluppo della Scambi culturali tra Cina e Francia, per esempio, ha evidenziato che “i vini francesi che beviamo in Cina non corrispondono affatto a quelli che si consumano in Francia”. Lo scrittore in questo modo ha voluto fare riferimento ai numerosi falsi che circolano nel mercato cinese. Alain Vironeau, presidente del Conseil Interprofessionnel du Vin de Bordeaux (Civb), a questo proposito, ha evidenziato che “secondo un’inchiesta, condotta nel 2008, il 54% della produzione mondiale commercializzata in Cina, è contraffatta di cui il 20% è vino francese”. Il centro culturale del vino dovrebbe svolgere una funzione educativa nei confronti dei consumatori fornendo così gli strumenti per capire meglio ciò che si acquista.

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