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Cile, in crisi i piccoli viticoltori … Colombia, cresce il consumo di vino … Australia: 90% dell’industria vinicola non assicura profitti … Crescita export Usa … L’Idaho è regione vinicola … In India nasce Istituto Vigna Vino
di Andrea Gabbrielli

Cile, in crisi i piccoli viticoltori
In Cile i prezzi delle uve sono talmente bassi da non essere remunerativi dei costi della vendemmia e i piccoli viticoltori entrano in crisi. Oggi secondo alcuni esperti cileni il 20% delle superfici vitate sarebbero al di sotto della soglia di redditività. Le giacenze dovute alla sovrapproduzione degli ultimi anni inoltre continueranno a crescere. Nel 2006 non hanno trovato acquirenti ben 3 milioni di ettolitri che ora secondo le stime dovrebbero lievitare sino a 5 con il vino del 2007. A peggiorare le cose il ribasso del dollaro a fronte del peso, la moneta locale sempre più forte e il calo dei consumi interni. Tutto ciò sta comportando la perdita di competitività del vino cileno. Secondo il Servicio Agrícola y Ganadero del Chile le più colpite sarebbero le 10.000 aziende viticole, su 13.844 totali, che non superano i 5 ettari di superficie vitata. Il 2007 si sta configurando come la peggiore del decennio e la situazione ricorda molto la crisi del 1983. Secondo Gerardo Arteaga della Corporación Chilena del Vino “stiamo lavorando nel peggior scenario possibile”. Dello stesso parere il consulente agronomo Eduardo Silvia Vial, il quale ha evidenziato che “ormai molte aziende stanno lavorando in perdita. Per questo è necessaria una riconversione delle colture così come una campagna mirata di espianti”. Sempre secondo l’agronomo le uve che hanno sofferto del deprezzamento maggiore sarebbero quelle di Carmenére. Le partite migliori infatti sono state pagate 30,8 centesimi di dollaro per chilo. “Ciò vuol dire - ha proseguito Vial - il 50% in meno sul prezzo del 2006 “. Secondo Wines of Chile, negli ultimi 12 mesi, le esportazioni sono cresciute del 9,7%, ma il prezzo medio è caduto del 5,2%.

Colombia, cresce il consumo del vino
Nell’ultimo anno, il consumo del vino in Colombia è triplicato passando da 0,3 a 0,9 litri procapite. Il segno visibile di questa crescita è il sempre maggiore spazio dedicato al vino nei supermercati dove ormai si possono trovare delle vere e proprie enoteche così come l’aumento delle esportazioni. Secondo i dati dell’Asociación Colombiana de Importadores de Licores y Vinos (Acodil), nel 2006, sono state importate 961.000 casse di vino da 9 litri, con un aumento del 15% sul 2005.

In Australia il 90% dell’industria vinicola non assicura profitti
Secondo Michael De Palma, direttore dell’Australian Wine Brand Corporation, in una recente intervista, pubblicata dalla versione web del giornale “The Australian”, il 90% dell’industria viticola australiana non è redditizia e tenuto conto della competizione globale, la situazione non può che peggiorare. “La maggior parte dei nostri produttori non riescono a cavarsela in questi tempi difficili - sostiene De Palma - Bisogna trovare delle nuove soluzioni sia per uscire da questa situazione sia per adattarsi ad un nuovo scenario”. A preoccupare è soprattutto la concorrenza di Spagna e Italia nel segmento dei vini popular-premium. “Noi siamo passati dalla posizione di leader a quella di chi compete. L’amore tra i consumatori e il vino australiano non è più forte come prima anche perché ci siamo voluti confrontare in una categoria superiore alle nostre possibilità. Ora il momento d’oro è passato e il mercato internazionale inizia a chiederci: cosa avete di nuovo da proporre?”. De Palma è convinto che l’industria del vino in Australia deve affrettare i tempi per ritornare a fare profitti. “Credo che nella competizione mondiale per i mercati internazionali, nessuno possa dormire sugli allori”. Secondo De Palma, i produttori ora fanno i conti con la scarsa quantità vendemmiata nel 2007 e si accorgono che hanno perso denaro. Calcolano che avrebbero guadagnato di più se non avessero raccolto e se avessero venduto i loro diritti d’irrigazione. Una possibilità che cominciano a prendere in considerazione per la prossima vendemmia.

La crescita spettacolare dell’export Usa
Il Wine Institute ha comunicato che nel 2006 le esportazioni di vino americano hanno registrato un incremento del 30% sul 2005 portando a casa vendite per 876 milioni di dollari. In volume, la progressione è stata del 4% in volume, pari a 4 milioni di ettolitri. La crescita maggiore si e verificata nei mercati europei, che hanno registrato + 48% in termini di valore. Le sole vendite di vino in Canada sono aumentate del 29%. A parte l’Europa e il Canada i mercati con le performances migliori sono stati la Cina (+ 53% in valore), Singapore (+ 68%) e Hong Kong (+ 19%).

Negli Usa l’Idaho è stato riconosciuta come regione vinicola
In aprile 2006, la Snake River Valley, all’interno dell’Idaho, si è aggiunta alle 236 aree vinicole riconosciute come American Vitcultural Area (Ava), un terzo delle quali si trovano in California. L’Idaho è uno stato situato nel nord ovest degli Stati Uniti, tra quello di Washington e l’Oregon, due altri stati produttori di vino. La zona Ava riguarda l’area di Snake River Valley, che si estende su una superficie di 2 milioni di ettari di cui 80 sono già vitati. Ad oggi, le cantine attive sono 23. “Questo riconoscimento è una chance per i nostri vigneti, perché noi abbiamo un potenziale enorme di sviluppo. Fregiarsi della denominazione Ava rafforza la nostra immagine tra i consumatori e può attirare nuovi investimenti” ha dichiarato Ron Bitter, proprietario di Bitner Vineyards e direttore dell’Idaho Grape Growers and Wine Producers Commission.

In India, nascerà l’Istituto della Vigna e del Vino, su progetto dell’Università di Adelaide
L’Università australiana di Adelaide sta lavorando ad un progetto per la creazione della prima istituzione indiana dedicata al vino, in collaborazione con la più grande società vinicola indiana, Champagne Indage. Riconosciuta come uno dei migliori centri di ricerca e di formazione del mondo in campo vinicolo ed enologico, l’Università ha già elaborato un progetto del futuro istituto, che sarà costruito a Narayangaon, a 80 km da Poona, nello stato del Maharastra. Battezzato Istituto Indiano della Vigna e del Vino, il centro dovrebbe essere operativo entro il 2008. Proporrà vari corsi formativi in viticoltura, enologia, marketing e finanza. Tra le finalità dell’Istituto ci sarà anche quella di effettuare ricerche nel campo dell’enologia. I diplomi saranno rilasciati dall’Università di Adelaide, con l’obiettivo di essere riconosciuti non solo in India ed in Australia ma anche nel resto del mondo. Gli studenti dovranno fare uno stage di studio in Australia e gli esami si terranno presso l’Università australiana. “Questa istituzione permetterà di soddisfare le richieste dell’industria del vino indiana di personale qualificato necessario a fare fronte alla crescita del mercato indiano del vino” ha commentato S.G. Chougule, presidente del gruppo Indage.

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