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In Australia i produttori chiedono stop ai nuovi impianti … In Usa si gira Vineyards of the Death … La Suprema Corte americana difende Napa … di Andrea Gabbrielli

- In Australia i produttori chiedono uno stop ai nuovi impianti
Wine Grape Growers of Australia (Wgga), l’associazione che riunisce tutti i produttori del paese, ha chiesto agli investitori di non impiantare più vigneti per non aggravare la situazione di sovrapproduzione a cui l’industria del vino australiana deve fare fronte. Mark MacKenzie, il direttore di Wgga si dichiara molto preoccupato dall’azione delle agenzie di investimenti che continuano a proporre la creazione di nuove superfici vitate, nonostante la grave crisi che mette in pericolo la redditività degli impianti stessi.
Gli inviti ad investire in nuovi vigneti rischia infatti di peggiorare una situazione già critica e di provocare un ulteriore ribasso dei prezzi e, a caduta, anche del valore dei vigneti. Gli investitori sono principalmente attirati dagli esoneri fiscali concessi nei primi tre anni per i nuovi impianti.

- In Usa si giraVineyards of the Death
Dopo Mondovino e Sideways adesso è la volta di Vineyards of the Death. Stavolta però non è un documentario e nemmeno una commedia, bensì un vero proprio thriller. La vicenda si svolge nel cuore della Finger Lakes Wine Country, nello Stato di New York, dove tra i filari di un vigneto dell’azienda Glenora Wines viene trovato morto il proprietario che è anche sindaco del paese.
Il protagonista del film è George DuBois, un ufficiale della polizia di New York, che aveva deciso di passare qualche giorno di relax nella zona. Ma lo sceriffo del posto chiede aiuto a George per risolvere il caso. Si annunciano belle donne, macchine da sogno, barche velocissime e naturalmente vino, vigneti, cantine. Il film uscirà nelle sale americane in estate.

- La Suprema Corte americana difende la menzione Napa
Secondo quanto ha stabilito la Suprema Corte americana, i vini che portano in etichetta la menzione Napa devono essere prodotti con almeno il 75% di uve della regione. In base a questo pronunciamento, la società Bronco Wine Co., con base a Central Valley, non potrà più utilizzare tale indicazione in tre delle sue etichette - Napa Ridge, Napa Creek e Rutheford Vintners - perché i vini non sono stati ottenuti da uve di Napa e Rutheford. L’azienda californiana si era appellata al fatto che la legge federale che stabilisce il 75%, era tollerante con le etichette prodotte prima del 1986. Secondo la Bronco quindi non si trattava di un “falso” dal momento che la provenienza delle uve era chiaramente menzionata in etichetta ma la Suprema Corte ha deciso altrimenti.

- Le Top Cellars Usa
Il sito internet www.winebusiness.com ha recentemente pubblicato una classifica delle cantine americane basata sul numero delle bottiglie vendute. Da questa analisi balza all’occhio che appena 30 aziende rappresentano il 90% del vino Usa.
La nuova classifica mette in risalto l’importanza delle fusioni e delle concentrazioni che ormai si succedono a ritmo sempre più sostenuto. Un altro dato è che mentre cala il numero delle grandi imprese, ogni giorno nascono nuove aziende.
Secondo i dati forniti da WBM, attualmente le cantine Usa sarebbero 5.364 a fronte delle 4.740 dell’anno passato. Un altro aspetto interessante è che i primi 4 nomi della classifica producono sia i 2/3 del totale che la metà del fatturato del vino americano.
Ecco chi sono i primi 10 della lista (i numeri sono milioni di casse da 12 bottiglie)
1) B&J Gallo, 75
2) Constellation Brands, 54
3) The Wine Group, 42
4) Bronco Wine Company, 20
5) Foster’s Wine, 17
6) Trinchero Family Estates, 9,3
7) Brown-Forman Wines, 6,4
8) Diageo, 5,0
9) Kendall Jackson, 5,0
10) Michelle Wine Estates, 4,0

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