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Vino: WineNews, per Solaia +6,5% presenza in carte internazionali ... Il vino italiano che cresce di più nelle carte dei vini dei migliori ristoranti del mondo è il Solaia, che, pur rimanendo fuori dalle prime dieci posizioni per appena 3 decimi di punto, registra una crescita percentuale nelle carte dei vini migliori del mondo del 6,5% da aprile ad oggi. Si tratta di una performance che vede nel Solaia uno dei più solidi alfieri del massimo grado dell’enologia nostrana. Lo rivela Winenews, dando conto della classifica stilata da ’’Wine-Lister’’, sulle etichette che, nel corso degli ultimi novanta giorni, hanno registrato i tassi di crescita maggiori in termini di presenze: un parterre de roi nel quale la Francia, come di consueto, domina, ma dove a difendere i colori italiani c’è uno dei vini simbolo dell’intero Belpaese, il Solaia. Dopo un notevole podio composto esclusivamente da Champagne, con il Salon Le Mesnil Grand Cru (+10,1%) seguito dal Billecart-Salmon Brut Rosé e dal Dom Perignon Oenothèque (appaiati nella crescita, a +8,8%), e dal Domaines Paul Jaboulet Ainé Hermitage La Chapelle (+7,8%), arriva però l’enologia statunitense, con il californiano Cabernet Sauvignon di Château Montelena (+7,4%), per poi tornare ad altre due etichette francesi - Château Troplong-Mondot e Château d’Yquem - e alla Spagna, con l’Unico di Bodegas Vega Sicilia (+7,3% anch’esso). A chiudere la top 10, ancora Francia, con l’Hermitage Blanc di Domaine Jean-Louis Chave (+6,9%) e, a un’incollatura, il Blanc des Blancs di Taittinger (+6,8%). Per il resto, i più recenti gusti del pubblico internazionale sembrano favorire in maniera eloquente i vini di Francia sopra tutti gli altri, come confermato dal fatto che entrambi i vini più presenti in assoluto nelle carte dei vini dei migliori ristoranti del pianeta sono due mostri sacri dell’enologia transalpina, ovvero Château d’Yquem (69%) e Mouton Rothschild (58%). Ad ogni modo, i dati di “Wine-Lister” offrono, e con ogni probabilità continueranno a offrire, una panoramica molto interessante del mutare nel breve periodo dei gusti enoici di un pubblico unico - e quindi, per esteso, della percezione della qualità delle etichette top dei Paesi produttori più selezionati dai curatori delle carte dei vini dell’empireo dell’alta cucina globale.

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