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IL SECOLO XIX - PECCATI DI GOLA/ BLOG DI EGLE PAGANO

Da Mediaset a Biondi Santi, l’assalto dei cugini francesi ... Che i grandi marchi del made in Italy siano facile preda dei capitali internazionali è ormai un dato di fatto. Ma è davvero impressionante l’attivismo del “cugini” francesi, che, dopo aver colonizzato in parte la grande distribuzione (con Carrefour) e il comparto lattiero-caseario (con Lactalis), dopo aver fatto incetta di griffes fra le più prestigiose (Gucci, Bottega Veneta, Brioni, Pomellato, Emilio Pucci, Fendi, Bulgari, Loro Piana), spostano sempre più in alto l’asticella delle loro ambizioni. È quanto accade in questi giorni. Mentre il finanziere Vincent Bolloré, attraverso Vivendi, tenta una scalata ostile per conquistare il più importante gruppo televisivo privato italiano, Mediaset, cercando di sfilarne il controllo alla famiglia Berlusconi, il gruppo francese Epi Group, proprietario fra l’altro di due noti marchi di Champagne, Charles Heidsieck e Piper, entra nel capitale di un “monumento” dell’enologia italiana, Il Greppo della famiglia Biondi Santi, l’azienda che nell’’800 ha “inventato” il Brunello di Montalcino, selezionando cloni di Sangiovese Grosso che in quel terroir possono generare vini di straordinario pregio e longevità. Un mito, consacrato alcuni anni fa, quando il Brunello Riserva 1955 del Greppo fu inserito, unica etichetta italiana, fra i 12 più grandi vini del ‘900 dall’autorevole rivista Wine Spectator. L’indiscrezione, diffusa ieri dal portale www.winenews.it su una trattativa, giunta in dirittura d’arrivo, fra il gruppo di Cristopher Descours e la famiglia Biondi Santi, è stata confermata da Jacopo Biondi Santi, che dal 2013, anno della scomparsa del padre Franco, ha assunto le redini della prestigiosa azienda di famiglia. La tenuta, 25 ettari per una produzione di circa 80.000 bottiglie, era da diversi mesi oggetto di interesse da parte di gruppi esteri, fra i quali il gruppo Lvmh del finanziere francese Bernard Arnaud, che in campo vinicolo controlla Moet-Chandon, Cheval Blanc e Chateau d’Yquem, mentre nella moda possiede Gucci e Bulgari. Jacopo Biondi Santi, che una quindicina di anni fa aveva acquistato il Castello di Montepò, vicino a Scansano, impegnandosi in un progetto ambizioso, ha dovuto infatti fare i conti con la crisi bancaria che ha indotto molti istituti italiani, fra cui il Monte dei Paschi di Siena, a chiedere alle imprese indebitate di rientrare. Non è nota l’entità del pacchetto azionario rilevato dai francesi. Da indiscrezioni si ritiene che sia la maggioranza. In ogni caso Jacopo Biondi Santi resterà alla guida dell’azienda, a garanzia della continuità, come hanno sottolineato in una nota sia lui che Cristopher Descours, sottolineando i comuni valori e le opportunità di sviluppo che si creano con un rapporto di alleanza. Resta il fatto che un altro gioiello del made in Italy finisce nell’orbita di un gruppo straniero. Ben diversa la situazione della Francia, dove gruppi finanziari solidi e ben spalleggiati dal sistema bancario nazionale dispongono di capitali importanti da investire nei settori più remunerativi, a cominciare dal comparto del lusso. Descours, i cui interessi spaziano dall’immobiliare all’industria (scarpe Weston e abbigliamento con Bonpoint), è uno di loro. Cospicua è la sua presenza nel settore vitivinicolo. La tenuta che possiede a Bordeaux, Chateau La Verrière, non è di spicco. Molto più conosciute, invece, le aziende della Champagne: Piper-Heidsieck è considerato un marchio commerciale, mentre, al contrario, Charles Heidsieck negli ultimi anni ha riconquistato notevole reputazione fra i cultori del metodo champenois.

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