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L'ESPRESSO

Benvenuto Brunello 2016, festa per 5 stelle e 50 anni
Le anteprime del prestigioso rosso toscano di scena a Montalcino all’insegna del numero “cinque”: 5 come le stelle alla vendemmia 2015, 5 come gli artisti di fama internazionale chiamati a realizzare la piastrella celebrativa dell’annata, 5 come i decenni passati da quando il Brunello ottenne la Doc. Intanto vola l’export: svuotate le cantine per le annate 2010 e 2009 Ottiene dagli esperti brunellisti il massimo del punteggio la vendemmia 2015: “5 stelle” che confermano quanto i produttori avevano capito durante la raccolta, cioè una straordinaria eccellenza delle uve.
Dal punto di vista enologico, è unanime il giudizio all’annata dei tre esperti coinvolti dal Consorzio per commentare e valutare il 2015. Per Carlo Ferrini, Paolo Caciorgna e Vittorio Fiore l’annata è senza dubbio da ricordare grazie alle condizioni climatiche favorevoli che l’hanno contraddistinta e alla capacità dei produttori di leggere e anticipare i cambiamenti stagionali che si sono verificati.
Altro motivo per festeggiare a Benvenuto Brunello, evento annuale di assaggi in anteprima, è il mezzo secolo della denominazione.

Per celebrare al meglio la ricorrenza, il Consorzio si è affidato a 5 artisti di fama internazionale: Sandro Chia, tra i protagonisti della Transavanguardia, produttore a Montalcino, emblema di un’esperienza che comprende a tutto tondo arte visiva e arte vinicola; Pino Deodato, per la sua capacità di interpretare i valori di una geografia che diventa espressione d’arte, come a suo modo la produzione del vino; Bertozzi & Casoni, maestri nel richiamare attraverso le loro ceramiche, fulgidi fiori, frutta, cibi e simbolici animali; Gian Marco Montesano, per la sua indagine su memoria e storia, come un coltivare qualcosa che viene da lontano e non nasce mai per caso; Mimmo Paladino, per la sua capacità di raccontare una storia antica radicata in un terreno, ma in un modo assolutamente e del tutto contemporaneo.
L’ideazione e la realizzazione del progetto sono state affidate a Enrico Mattei, critico d’arte, curatore e fondatore della società di management Vehicle Projects. “La vite, l’ uva e il vino sono onnipresenti in opere d’arte - spiega Mattei. Ciò che in questo progetto è essenziale non è il vino come rappresentazione, quanto piuttosto la capacità creativa di un’i ntera comunità territoriale”. Il frutto del progetto artistico è stato raccolto in un catalogo curato da Enrico Mattei e Paolo Antognoli, che raccoglie documentazione sull’evento e contenetene cenni storici sul Consorzio e sugli artisti. La nuova edizione di Benvenuto Brunello è anche naturalmente il debutto dell’annata 2011, che aveva ricevuto le 4 stelle, ma anche l’occasione per festeggiare il mezzo secolo della denominazione di origine.
“Fra i molti momenti chiave nella storia secolare del nostro vino - commenta il presidente del Consorzio del Brunello, Fabrizio Bindocci - questo è senza dubbio uno dei più importanti. Non solo perché fu la certificazione ufficiale della qualità e dell’eccellenza di quanto veniva prodotto in questo territorio, ma soprattutto perché divenne il punto di partenza per una crescita culturale che ha fatto del Brunello uno dei brand più forti e apprezzati nel modo del vino e del Made in Italy”. A giudicare dalle anteprime americane e dai commenti degli esperti raccolti in questi mesi, la “stella” del Brunello continua a brillare in tutto il mondo.
Per Walter Speller, firma di Jancisrobinson.com, “il 2011 sarà un’annata molto favorevole per la ristorazione. La Riserva 2010 è di qualità, come non vedevo da molti anni”.
Ottimi i giudizi anche dell’autorevole giornale americano Wine Enthusiast, che nei giorni scorsi, per voce di Kerin O’Keefe, ha dato i propri voti ai vini assaggiati in anteprima: “Il miglior pregio è la loro capacità di resistenza, e più di un paio di vini dalla complessità inaspettata”.
Jeff Porter, direttore beverage dell’Hospitality Group Batali & Bastianich, che ha assaggiato l’annata 2011 durante il tasting tour di gennaio a New York, commenta: “Ha le potenzialità per diventare una grande annata da invecchiamento. Per il momento i vini mostrano la struttura, l’acidità e l’equilibrio che cerco in un Sangiovese di Montalcino e credo davvero che essi rappresentino il terroir, che è la cosa più importante per me”.

“Quest’anno i produttori si presentano al Benvenuto Brunello forti di un successo, quello dell’anno 2010, che è stato tra i migliori di sempre - dichiara il presidente Bindocci - Le cantine sono state letteralmente svuotate e le annate 2010, 2009 e quelle precedenti sono andate a ruba. Questo ha dato nuovo impulso alle aziende erinnovato la fiducia in un sistema che ormai si è consolidato su uno standard di eccellenza. La performance sui mercati dell’ultimo anno ce lo conferma; basti pensare che solo a dicembre 2015 l’imbottigliato ha registrato un +20% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, che già fu molto positivo”.
Come rileva una recente ricerca di WineNews, realizzata alla vigilia del Benvenuto Brunello, il successo della vendemmia 2010 ha portato le quotazioni delle sfuso, pressoché inesistente, a sfiorare i 1.000 euro al quintale, e il valore dei terreni a 500.000 euro a ettaro.

A Montalcino sono stati anche assegnati i premi Leccio d’Oro 2016, conferiti dal Consorzio ai locali che hanno la Carta dei Vini con una gamma ampia e rappresentativa di vino Brunello e degli altri vini di Montalcino.
Il riconoscimento è andato al Ristorante del Posto di New York e a Il Convivio Troiani di Roma per la categoria ristoranti, mentre per la categoria enoteche l’ex-aequo è tra l’Enoteca Molesini di Cortona e la canadese Enoteca del Monopolio LCBO (Liquor Control Board of Ontario).
La giuria che ha scelto i locali è composta dal Presidente del Consorzio Fabrizio Bindocci e dai componenti del Comitato di presidenza composto da Patrizio Cencioni, Bernardo Losappio e Francesco Ripaccioli, e dagli esperti Allan Bay, illustre giornalista nel settore enogastronomico e collaboratore del Corriere della Sera per cui cura la rubriche “Vivi Milano”; l’enogastronoma e scrittrice di libri sul cibo per il mercato USA Faith Willinger e il Presidente dell’Associazione Italiana Sommelier (AIS) Antonello Maietta.

Anche quest’anno il Complesso di Sant’Agostino, che da fine anno ospiterà la nuova sede del Consorzio in uno spazio di oltre 800 metri quadrati (per la cui ristrutturazione i produttori di Brunello sostengono un progetto da un milione di euro) è ancora la sede dell’evento dove non si può non brindare ai dati positivi: l’export cresce ancora e si attesta al 70% della produzione totale (l’anno scorso era stato del 67,5%).
A trainare il mercato estero sono gli Usa, con oltre il 30%, seguiti da Europa (con Uk ancora in crescita, Germania e Svizzera in testa) al 20%, i mercati asiatici (Cina, Giappone, Hong Kong ecc.) che realizzano il 15%, il Canada (12%) e il centro e sud America (8%). Il restante 15% è occupato dagli altri mercati.
Ma, trainata dalla straordinaria performance del Brunello, è tutta la produzione dell’intera area a crescere, con 14.620.000 di bottiglie immesse sul mercato nel 2015 (+11% rispetto allo scorso anno), così suddivise: 9.800.000 di Brunello (+17%), 4.500.000 di Rosso di Montalcino, 300.000 di Sant’Antimo e 20.000 di Moscadello.
Il giro d’affari del settore del settore vitivinicolo a Montalcino nel 2015 è aumento di oltre il 10% rispetto allo scorso anno, passando dai 168 milioni di euro nel 2014 agli oltre 187 milioni, grazie principalmente all’aumento delle vendite di Brunello.

Inoltre, nel 2015 a Montalcino si è registrato un boom di turisti, con oltre +20% rispetto all’anno scorso, quando i turisti furono 1 milione. La maggiore presenza di visitatori è dimostrata non solo dall’incremento dei pernottamenti, ma anche da quello degli ingressi nei luoghi storici di Montalcino: gli ingressi agli spalti della Fortezza, ad esempio, hanno registrato un +9,52% rispetto al 2014, a dimostrazione del fatto che l’aumento dei turisti, trainato dal settore enogastronomico, genera un effetto positivo per tutto l’indotto.

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