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LA REPUBBLICA FIRENZE

Il momento magico del vino
affari d’oro e vigneti più ricchi … LA notizia dell’ultimo affare, ieri, con l’acquisto da parte di un imprenditore tedesco del Podere Salicutti che produce un eccellente Brunello di Montalcino, è solo la conferma del momento magico che vive un intero settore. 11 vino toscano. Sfusi venduti a prezzi da record e con aumento cli valore a doppia cifra percentuale. Quotazioni dei vigneti in ascesa. E, infine, borsino delle quotazioni che racconta come nel 2015 il valore del vino abbia tenuto meglio di oro (-5,4%), rame (-27,9%) e indici di Borsa (-4,9% il Ftse 100), con quella di Milano che anche ieri ha visto sotto pressione le banche e precipitare per l’ennesima seduta Mps. E invece nel 2015 il Fine Wine 100, il più importante indice di quella che di fatto è la Borsa dei vini (il Liv-ex) ha perso solo lo 0,1% e l’Italy 100 (un altro borsino) è rimasto in terreno positivo (con -0,76%).
Ma che i rossi toscani sono in forma splendida lo raccontano i valori dello “sfuso griffato”, ovvero quello della maggiori denominazioni che passa di mano dal viticoltori all’imbottigliatore. WineNews , sito del settore che ha elaborato dati Ismea,annota performance straordinarie: le denominazioni toscane si piazzano in cima alla “classifica” delle quotazioni all’origine dei vini più importanti d’Italia, con tre etichette nella top ten. In cima c’è Montalcino, con il Brunello a 882 euro a quintale (+14,9% sul 2014 che peraltro fu annata di qualità inferiore). Bene, ma distanziato e con un valore che è meno della metà dell’imperatore toscano dei rossi, anche gli altri: dal Nobile di Montepulciano a 395 euro (+24,5%) al Chianti Classico, che con 236,75 euro a quintale fa registrare la crescita maggiore (+36,9%). Vanno bene anche il Doc Bolgheri, che vale intorno ai 300 euro, mentre il Morellino di Scansano si attesta sul 180 euro. Il bianco di Toscana per eccellenza, la Vernaccia di San Gimignano, vale invece Di riflesso i vigneti toscani si confermano tra i più preziosi d’Italia. Secondo le stime elaborate alla vigilia delle “Anteprime di Toscana” (da Firenze ai territori regionali, dal 12 al 20 febbraio saranno presentate i frutti delle vendemmie 2015), al top c’è ancora Montalcino dove un ettaro divigneto a Brunello oscilla tra i 350.000 e i 400.000 euro, masi fa sotto Bolgheri, dove un ettaro è stimato tra i 250,000 e il 300.000 euro.
sui 130 euro a quintale che diventano 140 se vino biologico e il Chianti 112,50 euro al quintale. A Montepulciano un ettaro di vigneto iscritto all’albo del Vino Nobile può valere tra i 130.000 e i 150.000. Vale, invece, 120.000-130.000euro un ettaro a Chianti Classico, ma con punte cli 150.000 euro per gli appezzamenti più vocati nelle “sottozone” storiche, soprattutto del versante senese della denominazione. Per un ettaro di vigneto a Morellino di Scansano le stime si attestano sui 100.000 euro con trend in crescita. Per un ettaro di vigneto a Chianti si arriva a dover pagare 80.000 euro.
Normale, quindi, soprattutto di fronte alle rendite basse cli altri settori (dalla llorsa all’oro, come si è visto, ma anche al mattone),che c’è chi punti alla vite come strumento di investimento di lungo periodo. Cambi proprietà si succedono con regolarità. Sempre più protagonista è il capitale straniero. Ed è di ieri la notizia secondo cui sarebbe appunto passata di mano una delle eccellenze del Brunello.
Dopo americani, argentini, panamensi e brasiliani, a conquista la scena, secondo il sito WineNews , sarebbe un investitore tedesco. A lui Francesco Leanza avrebbe ceduto l’azienda fondata nel 1994, il Podere Salicutti, piccolo gioiello di Montalcino e prima azienda del territorio ad aver ottenuto la certificazione per la viticoltura biologica già nel 1996 al debutto nella produzione (11 ettari di cui 3,7 di vigneto e 2,1 a Brunello, con una produzione annua che non supera le 18-19.000 bottiglie, di cui 7-10.000 di Brunello). Leanza rimane nel management dell’azienda. 11 valore dell’operazione si aggirerebbe sui 3-4 milioni di euro. E a passare di mano, oltre ai vigneti, sono anche la cantina, la dimora padronale ed un piccolo agriturismo.
Maurizio Bologni

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