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Sondaggio Winenews-Vinitaly: Sassicaia, Brunello Biondi Santi, Barbaresco Gaja, Petrus, Margaux, Romanée-Conti, Dom Perignon, Yquem: i vini-storia dell’enologia mondiale. I territori? Barolo, Montalcino, Bordeaux, Champagne, Chianti Classico

I vini che hanno fatto la storia dell’enologia mondiale? Sono Sassicaia, Brunello di Montalcino Biondi Santi, Barbaresco Gaja, Château Petrus, Château Margaux, Romanée- Conti, Dom Perignon, Château d’Yquem: ecco le scelte degli eno-appassionati italiani secondo il sondaggio di www.winenews.it, uno dei siti del vino più cliccati del Belpaese, e Vinitaly (www.vinitaly.it), la più importante rassegna nazionale del settore. Sono solo otto - tre italiani e cinque francesi - i “dream wines” che, secondo gli amanti del buon bere, costituiscono le pietre miliari della storia del vino, quelli che grazie alle loro caratteristiche per certi versi “rivoluzionarie” rappresentano modelli imprescindibili di riferimento. Ma gli eno-appassionati hanno votato anche i territori più importanti a livello internazionale: sono Barolo, Montalcino, Bordeaux, Champagne, Chianti Classico, ovvero le denominazioni-simbolo di Italia e Francia.
Non compaiono, invece, sul podio i vini del Nuovo Mondo: nonostante le doverose segnalazioni per super etichette - come il lussuosissimo Opus One, prodotto in Napa Valley da una joint-venture tra Robert Mondavi e i Baroni de Rothschild, emblema dell’eccellenza a metà tra Nuovo e Vecchio Mondo, o il cult-wine australiano Grange (un tempo chiamato Grange Hermitage) del colosso Penfolds - è evidente che i vini prodotti in California, Australia, Cile o Sudafrica hanno dietro alle spalle una storia troppo breve, pur se estremamente accelerata da un punto di vista qualitativo, per essere accostati ai grandi nomi dell’empireo enologico internazionale.
I vini più votati potrebbero da soli costituire un’ideale cantina dei sogni per appassionati di tutte le latitudini: a cominciare dal Sassicaia, prodotto nella Tenuta San Guido a Bolgheri dai Marchesi Incisa della Rocchetta, un vino nato relativamente di recente (nel 1968), ma che ha dato vita ad un vero e proprio modello enologico, diventando un fenomeno di culto a livello internazionale. Stessa incondizionata ammirazione che da sempre suscita il Brunello di Montalcino Biondi Santi, ovvero il “capostipite” di tutti i Brunello, nato alla fine dell’Ottocento nella Tenuta Il Greppo grazie alle geniali intuizioni di Ferruccio Biondi Santi: non a caso il Wine Spectator, “Bibbia” del vino Usa, ha eletto, unico vino italiano nei dodici “grandi” del Novecento, il Brunello Riserva Biondi Santi 1955. Il Barbaresco firmato Angelo Gaja è uno dei vini italiani più amati e ricercati da una clientela internazionale, soprattutto d’oltreoceano, particolarmente esigente e disposta a spendere cifre considerevoli pur di aggiudicarsi un prezioso “pezzetto” dell’anima del Piemonte in bottiglia.
Château Petrus, che viene prodotto a Bordeaux nella sottozona del Pomerol, è diventato il vino a base Merlot di riferimento mondiale, e raggiunge quotazioni stellari, indipendentemente dall’annata. Romanée-Conti è l’etichetta forse più rara e costosa del mondo: il Domaine si trova in Borgogna, nei pressi del villaggio di Vosne-Romanée, dove sono ubicati anche i vigneti da cui si ottengono i celeberrimi grand cru: Romanée-Conti, La Tâche, Richebourg, Romanée-St-Vivant, Grands Echézeaux, Echézeaux e Montrachet. Chateâu Margaux è uno dei celeberrimi Premier Grand Cru Classé, considerato da prima della storica classificazione del 1855 come uno dei migliori vini in assoluto di Bordeaux. Il Dom Pérignon, di proprietà della Moët et Chandon (oggi parte del gruppo del lusso LVMH), fu il primo champagne definito “di prestigio”. La prima vendemmia risale al 1921, ma il prodotto fu rilasciato e venduto al pubblico solamente nel 1936, dopo la Grande Depressione. Chateâu d’Yquem è il re di Sauternes, un mito del vino. Un’istituzione, un punto di riferimento da 150 anni, qualcosa di unico e inavvicinabile per nobiltà, irresistibile fascino e prezzi elevatissimi. Di proprietà della famiglia Lur Saluces dal 1785, Château d’Yquem è oggi di proprietà della multinazionale Lvmh.
Tante le citazioni per altre grandi griffe della “vecchia Europa”: dallo Champagne Krug al Barolo Monfortino, dal Tignanello al Masseto, da Château Lafite Rothschild al Vega Sicilia.
Ma chi sono gli enonauti di www.winenews.it? Ecco il loro identikit: prevalentemente maschi (82%), il 54% di loro ha un’età compresa fra i 30 e i 45 anni; hanno un elevato titolo di studio (l’85% ha conseguito il diploma di scuola media superiore o la laurea), godono di un buono/ottimo livello socio-economico (imprenditore, bancario, avvocato, commercialista, ingegnere, medico, agente di commercio, architetto, commerciante…).

Eleonora Ciolfi

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