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Winenews/Vinitaly - Nel bicchiere l’enoappassionato vede rosso, meglio se italiano. Più appeal per le “bollicine”. Ma nessuno fa pazzie per i vini, anche d’autore. Quelli di territorio (Montalcino, Langhe, Valpolicella, Chianti Classico) i preferiti

Sulle loro tavole, gli enoappassionati vedono rosso e confermano massicciamente la preferenza per il vino “made in Italy”; aumenta sensibilmente il gradimento verso le “bollicine”, in un testa a testa inimmaginabile, fino a qualche anno fa, con vini bianchi. A guidare, invece, la classifica dei vini preferiti, quelli di territorio. In testa c’è Montalcino, seguito a ruota dalle Langhe, dalla Valpolicella e dal Chianti Classico. Altra tendenza evidente è che la gran parte degli enonauti non farebbero mai pazzie per una bottiglia, anche la più quotata, preziosa e agognata. E’ questa la fotografia che viene fuori dal sondaggio lanciato a 12.580 enonauti (con riposte da 2.851) di www.winenews.it , uno dei siti più cliccati del mondo del vino, effettuato in collaborazione con Vinitaly (www.vinitaly.com).
L’analisi di WineNews ha riconfermato lo strapotere (60%) dei vini rossi, che sancisce una speciale vocazione “rossista” degli enoappassionati; solo il 15% dichiara di prediligere il vino bianco; ma il risultato sorprendente è quello delle “bollicine”, che incassano un 15% (con una tendenza alla crescita, visto anche le molte “doppie” preferenze che accoppiavano ai vini rossi proprio le “bollicine”); si delizia con i vini dolci, e li indica tra i preferiti, il 10% degli enoappassionati.
Il 70% degli “enonauti” di WineNews concentra decisamente sui vini italiani le proprie preferenze, non cedendo a facili sentimenti esterofili e sottolineando, piuttosto, la bontà del “made in Italy” enoico. C’è, comunque, un 30% di enoappassionati che inevitabilmente non rinuncia ai vini stranieri. In questa percentuale, la Francia mantiene saldamente il suo ruolo di nazione enologica per eccellenza (80%), mentre la “vecchia Europa” nel suo complesso incassa un 5% di preferenze, ripartito tra Austria, Germania e Spagna. Il cosiddetto “Nuovo Mondo” (Australia, Cile, Stati Uniti, Nuova Zelanda, Argentina, Sud Africa) si attesta sul 15%. Anche per quanto riguarda i vini stranieri più amati, vincono quelli di territorio e provenienti esclusivamente dalla Francia: in testa, con il 16%, lo Champagne; seguono con il 15% Bordeaux e, con il 13%, la Borgogna; buona anche la percentuale (9%) del Sauternes.
Per gli “enonauti” non ci sono dubbi: il vino italiano più amato è il Brunello di Montalcino, seguito da Barolo e Amarone della Valpolicella. Quindi, il Chianti Classico e il Barbaresco; seguono i vini di Bolgheri (grazie alla tante segnalazioni per il Sassicaia); poi Nobile di Montepulciano e Taurasi; a pari merito, Sagrantino di Montefalco, Collio, Franciacorta e Passito di Pantelleria.
Tra il serio e il faceto, il popolo degli amanti del buon bere ha rivelato anche una buona dosa di saggezza: ben il 75% ha, infatti, dichiarato che non farebbe mai follie per il vino, mentre, per il restante 25% degli enonauti, il vino, ma soltanto quello veramente speciale, può valere una o più pazzie.
Ne è uscita una sorta di “cantina dei sogni”, dove hanno trovato posto bottiglie ed etichette da sballo: Brunello di Montalcino Riserva 1955 di Biondi Santi, Gaja Sorì Tildin 1988, Solaia Antinori 1997, Brunello di Montalcino Riserva 1983 di Gianfranco Soldera, Romanée-Conti di qualsiasi annata (con segnalazioni anche per La Tache e Richebourg), Sassicaia 1985, Chateau Margaux 1990, Barolo Riserva Monfortino 1990, Chateau Petrus 1983, Masseto 2001, Dom Perignon 1978, Bollinger R.D. 1990, Quintarelli Amarone 1990, Krug Clos du Mesnil 1990, Roederer Cristal 1996, Chateau d’Yquem 1997, Pol Roger Cuvée Sir Winston Churchill 1996. Tanti anche gli enoappassionati che dicono che il vino da sogno “ … è quello che ancora non ho degustato” o, molto semplicemente, “amo il vino, ma senza esagerazioni”.

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