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Silvio Berlusconi è un Franciacorta, Romano Prodi è un Lambrusco: ecco a quali vini vengono associati i leader dei due schieramenti nel sondaggio WineNews - Vinitaly. I risultati che in clima elettorale uniscono scherzosamente vino e politica

Sondaggi & Tendenze
Prodi e Berlusconi

Se Silvio Berlusconi fosse un vino sarebbe un Franciacorta, se Romano Prodi fosse un vino sarebbe un Lambrusco: ecco il responso degli enonauti di www.winenews.it, uno dei siti più seguiti dell’enologia italiana, in un sondaggio elaborato in collaborazione con Vinitaly (Verona, 6-10 aprile 2006), una delle più importanti rassegne internazionali del vino. In pieno clima elettorale, e rispettando rigorosamente i termini della par condicio, agli enonauti è stato chiesto scherzosamente a quali vini “assomigliano” i due leader del centro-destra e del centro-sinistra, e perchè. Un quesito che ha riscosso grande successo, scatenando una valanga di risposte divertite (oltre 1.500).
Secondo la maggioranza degli enonauti (57%), se il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi fosse un vino sarebbe un Franciacorta. Una somiglianza che nasce dall’essere entrambi “simboli” della Lombardia, ma anche perché sia l’uomo che il vino appaiono decisi, brillanti, effervescenti ed esuberanti.
Sempre secondo la grande maggioranza delle risposte (71%), se il leader del centro-sinistra Romano Prodi fosse un vino, sarebbe sicuramente un Lambrusco. Un’associazione immediata e condivisa quasi all’unanimità, dovuta essenzialmente a due ragioni: la prima è l’abbinamento naturale tra Lambrusco e Mortadella (come è stato simpaticamente definito Prodi, appellativo che lui stesso ha sempre mostrato di gradire, con una buona dose di auto-ironia), la seconda è naturalmente l’origine emiliano-romagnola che accomuna il vino rosso frizzante e il professore di Bologna. Ma le motivazioni fornite dagli enonauti sono state anche altre: il Lambrusco è considerato un vino semplice e “popolare”, alla portata di tutti, famoso per essere schietto e sincero e non darsi troppe arie.
Ma i leader dei due schieramenti sono stati accostati anche ad altri vini: Silvio Berlusconi a vini griffati e famosi, che costano molto e sanno vendere bene la propria immagine, anche se sono destinati ad una elite ristretta di appassionati. Ma anche a rossi corposi, come il Brunello di Montalcino, capaci di sorprendere anche nel corso della loro evoluzione: il perché è da ricercarsi nel carisma del Premier e nella sua continua ricerca di cambiamenti.
Romano Prodi, oltre che al Lambrusco, è stato anche abbinato a vini da meditazione come il Passito di Pantelleria, il Marsala o il Porto, perché la sua aria paciosa induce alla calma e alla riflessione. Ma anche ad un grande rosso come il Chianti Classico, di struttura e lunga tradizione, o al Merlot, morbido, tranquillo e discreto come la personalità di Prodi.
Naturalmente non sono mancate risposte polemiche e irriverenti nei confronti dei due leader: gli enonauti di WineNews hanno infatti distribuito equamente tra Berlusconi e Prodi similitudini con il vino al metanolo, con il vino che sa di tappo, con il vino in brick e con l’aceto. In piena par condicio.

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