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E’ il Brunello di Montalcino la Docg più rappresentativa del vino “made in Italy”. I personaggi-simbolo sono Gaja e Antinori. Nella classifica dei vini del cuore degli enonauti di WineNews svettano Sassicaia, Masseto, Barolo Monfortino di Conterno

E’ il Brunello di Montalcino la docg più rappresentativa del grande vino “made in Italy”; i personaggi-simbolo dell’enologia nazionale sono Angelo Gaja e Piero Antinori; nella classifica dei vini del cuore degli enonauti svettano il Sassicaia, il Masseto e il Barolo “Monfortino” di Conterno: sono questi i risultati del sondaggio di www.winenews.it, uno dei siti italiani più cliccati dagli appassionati del buon bere, in collaborazione con Vinitaly, www.vinitaly.it, tra le più importanti rassegne enologiche internazionali, che ha chiesto ai suoi oltre 9.500 lettori (2.752 le risposte) quale è la denominazione più rappresentativa del vino italiano nel mondo, l’uomo o la donna “simbolo” del vino made in Italy e la loro personalissima classifica dei vini del cuore.
Gli enonauti non hanno dubbi sulla denominazione più importante: vince il Brunello di Montalcino (35% delle preferenze), un marchio inconfondibile della nostra enologia, che da anni continua a mietere successi sui mercati nazionali e internazionali, diventato un vero e proprio brand dal valore universalmente riconosciuto. A seguire il Brunello di Montalcino, ci sono il Barolo (28%), il Chianti Classico (22%), il Nobile di Montepulciano (7%), il Taurasi (3%), quindi altre denominazioni, come Bolgheri e Amarone.
Agli enonauti di www.winenews.it è stato poi chiesto quale è la persona che per prima viene in mente parlando di vino “made in Italy”: al primo posto si sono piazzati ex-aequo i produttori Angelo Gaja, una delle firme più prestigiose della nostra enologia, e Piero Antinori, la cui famiglia rappresenta l’emblema del vino italiano nel mondo, che si aggiudicano entrambi il 26% delle preferenze. A seguire ci sono Giacomo Tachis, decano degli enologi italiani e “padre” di vini prestigiosi, e Riccardo Cotarella, uno degli enologi che riscuotono più successo nel nostro Paese.
Ma gli enonauti hanno segnalato anche giovani produttori che rappresentano le nuove generazioni dell’enologia italiana, come l’umbro Marco Caprai, che ha portato il Sagrantino di Montefalco alla ribalta degli scenari internazionali, e Alessio, Santi e Francesca Planeta, il nuovo volto dell’enologia siciliana. Ma sono stati molti altri i personaggi votati come Pietro Mastroberardino, Romano Dal Forno, Livo Felluga, Roberto Voerzio, Gianni Masciarelli, Franco Biondi Santi, Bartolo Mascarello, Lucio Tasca d’Almerita, Josè Rallo (Donnafugata), Paolo Scavino, che hanno scritto la storia dell’enologia italiana.
Moltissimi i vini votati per la classifica del cuore, una platea frastagliata di nomi, dai più famosi ai meno noti, dagli italiani ai francesi, passando per il Nuovo mondo. Ma, per i tre vini vincitori, c’è stata una vera e propria valanga di segnalazioni, a dimostrazione di come abbiano fatto breccia nel cuore degli appassionati: il toscano Sassicaia (27% delle preferenze), prodotto da Nicolò Incisa della Rocchetta nella Tenuta San Guido a Bolgheri, è stato il capostipite dei Supertuscan, e rimane un vino di culto, tanto che è stato costituito in suo nome un vero e proprio club di ammiratori; stesso entusiasmo suscita il Masseto (26%), un altro toscano-mito, prodotto nella Tenuta dell’Ornellaia a Bolgheri, oggi di proprietà della famiglia Frescobaldi; il terzetto dell’eccellenza è completato dal Barolo Monfortino di Giacomo Conterno (23%), considerato un’etichetta unica dagli amanti del Barolo e del grande vino in generale.
Ma tra le bottiglie più votate, e dunque più amate, ci sono anche il Villa Gemma di Gianni Masciarelli, il Solaia e il Tignanello di Antinori, l’Ornellaia della Tenuta dell’Ornellaia, Le Pergole Torte di Montevertine, il Cuvèe Anna Maria Clementi di Ca’ del Bosco, il Gran Cuvèe Brut di Bellavista, il Sagrantino di Montefalco “25 Anni” di Caprai, il Sauvignon Sanct Valentin di San Michele Appiano, il Mille e una Notte di Donnafugata, il sauvignon “Ronco delle Mele” di Venica, il Giulio Ferrari “Riserva del Fondatore”, tutte bottiglie che hanno colpito in modo indelebile chi le ha degustate.

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